Il sesso inutile by Oriana Fallacci

Il sesso inutile by Oriana Fallacci

autore:Oriana Fallacci [Fallacci, Oriana]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-02-04T13:17:38+00:00


Il ferry boat era arrivato a Victoria Island. Si accostò al molo, la fiancata laterale vi si abbatté formando una grande passerella, e tutti scendemmo mentre i coolies ci imploravano di usare il risciò.

Hong Kong è forse l'unica città d'Oriente dove esistano ancora risciò tirati dall'uomo. Nella Cina comunista, ad esempio, trovare un risciò è impossibile: li hanno tutti aboliti. In Giappone sono passati di moda, salvo in certe campagne. A Singapore se ne scorge qualcuno ad uso dei turisti che vogliono ridere. Nel Pakistan sono tirati da un uomo che va in bicicletta, ma un'ordinanza ha imposto che le biciclette debbano essere sostituite da motorette.

Hong Kong invece ne è piena, e i coolies sostano come cavalli lungo i marciapiedi. Interminabili file di cavalli con il corpo e il cuore di un uomo: scalzi, seminudi e avviliti. Agli europei piace farsi tirare da questi cavalli col corpo e il cuore d'un uomo e trovano abbastanza ridicolo commuoversi sulla loro schiena sudata, dai muscoli tesi nello sforzo eccessivo. Ma a me non piaceva.

Una volta, a Karachi, avevo preso un risciò a bicicletta e subito ero scesa carica di imbarazzo. Così andammo a piedi fino al China Store, che è un magazzino come la Rinascente a Milano e dove si acquistano, a prezzi di concorrenza, i prodotti che vengono dalla Cina Rossa: sete, porcellane, carta da lettere e grappa. Non si lavora al China Store se non si è iscritti al partito e quasi sempre le commesse sono ragazze che vengono da Pechino o Shangai, per far pratica di inglese. Mi stupirono anzitutto per i loro vestiti all'europea, così insoliti a Hong Kong, poi per la loro aria celeste, severa: da monache di,clausura. Nessuna era truccata, molte portavano occhiali, e i loro gesti avevano proprio la compunzione e l'inaccessibilità delle monache che oppongono silenzio alle domande indiscrete. Loquaci finché ,si trattava di vendermi una seta o una carta da lettere, stringevano ostinate le labbra quando chiedevo: «Le piace vivere a Hong Kong? Dove ha imparato questo inglese perfetto? ». Era come rivolgere domande a un esercito di sordomute. Così andammo alla libreria comunista con un pretesto più serio.

Avevo trovato, sull'ultimo numero di Time Magazine una notizia curiosa e volevo controllarla.

Una moglie di Pechino, scriveva Time Magazine, aveva inviato al settimanale Donne della Cina la seguente lettera: «Mio marito mostra tendenze reazionarie. Egli critica il partito e il nostro glorioso compagno Mao Tze Tung. Devo denunciarlo? Siamo sposati da molti anni ed egli è sempre stato buono con me ». La direttrice del settimanale aveva risposto: «In uno stato socialista l'amore tra moglie e marito è legato al loro entusiasmo per le conquiste del socialismo. Se la lettrice non denuncia il marito, il suo amore coniugale verrà a incrinarsi nella base politica su cui fu fondato. Ed essa perderà la pace in famiglia ».

« Vorrei il settimanale Donne della Cina », dissi alla commessa, che era una ragazza sui diciott'anni, bellina, col volto impenetrabile e la gonna plissé. «Ma il numero che cerco è arretrato.



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